venerdì 19 settembre 2014

Spazio per scrivere ... ancora ...: CONTRIBUTO N°10

Riceviamo il contributo che Rosa Angiulli, studentessa del corso di studi in Scienze della Formazione Primaria, ha prodotto a Matera durante il convegno da noi tenuto: "Anche i maestri sono stati alunni", un'esperienza indimenticabile.
Grazie Rosa.

QUELLA STREGA DELLA MAESTRA D’ITALIANO


Se ripenso alla mia esperienza di alunna elementare subito rivedo davanti ai miei occhi la mia maestra di italiano, una maestra molto autoritaria, e per un istante rivivo quella sensazione di terrore che mai nessun’altro è stato in grado di suscitare in me. Era una vera strega!


Dava continue punizioni, che molto spesso erano inutili e insensate, e ogni tanto faceva “volare” qualche schiaffone che lasciava sulla guancia del mal capitato un evidente segno delle cinque dita della mano della maestra e dei grandi e pesanti anelli che solitamente indossava.


In realtà, a lei bastava lanciarci uno dei suoi agghiaccianti sguardi per intimorirci e pietrificarci. Sin dalla prima elementare ci “caricava” di compiti da svolgere a casa, tanto che ero costretta a svolgere gli esercizi fino a tarda serata e a volte anche a svegliarmi prestissimo la mattina per completarli. Ricontrollavo mille volte se avevo svolto tutti e bene gli esercizi, ma, nonostante ciò, ogni mattina mi recavo a scuola con il panico nel cuore. Gli esercizi che più spesso assegnava riguardavano la calligrafia, che doveva essere impeccabile,  e la noiosissima memorizzazione di poesie. Fu proprio uno di questi esercizi di memorizzazione a segnare inevitabilmente la mia esperienza formativa e, oserei dire, la mia vita: frequentavo la quarta elementare, quando la maestra dovette affrontare una tragica situazione, quale la morte di sua sorella, e tornata a scuola, volle condividere con noi il suo dolore, dettandoci e facendoci memorizzare una lunghissima e tetra poesia che descriveva molto dettagliatamente la morte. Per me e i miei compagni, a primo impatto, fu un vero trauma, ma poi mi dissi: “se la poesia racconta la vita e, quindi, le cose belle di essa come l’amore, la gioia, perché non può anche raccontare le cose brutte come il dolore, la morte, la sofferenza?”. Da quest’esperienza sono rimasta affascinata dalla magia, ma anche dal realismo che può caratterizzare la poesia.

 

                                                                                        Rosa Angiulli