martedì 18 novembre 2014

Presentazione di Borgolavezzaro (No): spazio per scrivere ... ancora ...: CONTRIBUTO N°11

A Borgolavezzaro, durante la presentazione del libro, Gino Radice ex sindaco del luogo, ci ha omaggiato di un suo scritto avente per protagonista la giovanissima sorella: maestrina a Monticello. E’ con vero piacere che lo pubblichiamo nella sezione “Per scrivere ancora” rendendolo disponibile alla lettura di molte altre persone. Il contributo si conclude con le parole di Gramellini che anche a noi aveva a suo tempo espresso gradimento e stima per il lavoro svolto.

La maestrina di Monticello
 
"Maestra, mi son bela, mi son guardata ne lo specio".
"Tutte le bambine venete sono belle come le novaresi...."
Così inizia una pagina di diario della maestra Tonina.
Una delle primissime supplenze le era capitata a trequarti d'ora di bicicletta dal suo paese.
Giunta a Monticello nel cortile della scuola piena di bambini, le si avvicina il vecchio bidello e l'accompagna in classe.
"Da dove viene signorina?" "da Borgolavezzaro" "e com'è il suo nome?"
"Mi chiamo Radice".
Il vecchio bidello si ferma, la guarda e poi "Non è possibile, la mia maestra veniva da Borgolavezzaro e si chiamava Radice nei primi anni del 900".
"Oh! Sì era la mia zia Angiolina sorella di mio padre".
Il bidello mentre spolverava la cattedra conclude scuotendo la testa "Sono entrato in prima elementare con la maestra Radice e forse andrò in pensione con una maestra Radice".
Venne finalmente la nomina per un paesino di montagna ai piedi del monte Rosa; era il passaggio d'obbligo di tutte le insegnanti nelle sedi disagiate: una pluriclasse di bambini di pastori, boscaioli, contrabbandieri; le volevano bene come a una seconda mamma e dopo le lezioni andavano con la maestra a cogliere i primi fiori nei prati o a giocare nella sempre abbondante neve.
Lasciati a malincuore quei marmocchi, che tra l'altro in estate andava ancora a trovare, ebbe il trasferimento in città o meglio nella grande frazione di Torrion Quartara.
Qui per oltre trent'anni svolse la sua missione di educatrice.
Ambiente principalmente agricolo con l'allora numerosa manodopera arrivata dal Polesine e da altre zone povere. Qualche benestante e qualche professionista con villetta.
Un parroco attivissimo che è riuscito a costruire l'oratorio per i ragazzi dove la maestra collaborava assiduamente.
Non avendo famiglia riversava i suoi affetti e il lavoro alla mamma e alla scuola.
Appena una semplice licenza magistrale, un patrimonio di doti preziose, oggi forse sparite, che si chiamavano dedizione, pacatezza, rispetto della storia di ogni bambino con i suoi tempi di crescita e di apprendimento.
Dalle ultime pagine del suo ultimo diario.
Dopo molti anni che aveva lasciato la scuola le capitò un fatterello, tra i tanti, di conferma dell'affetto che si era guadagnata tra i ragazzi.
Si fermò a un distributore di benzina dell'alta provincia.
L'addetto svolge la funzione e poi guarda la cliente.
Allarga le braccia e "Ecco la mia maestra di Monticello", le stringe la mano e quasi rifiuta l'importo della benzina.
"Grazie maestra che ha saputo domarmi, ancora grazie".
Commosso la saluta con la mano mentre l'auto si allontana.
Mi torna in mente il bell'apprezzamento che il giornalista scrittore Gramellini fa di quell'esercito silenzioso delle maestre elementari della scuola pubblica italiana che hanno tirato su una nazione, con stipendi di fame, ma meritandosi qualcosa che molti potenti non avranno mai.
Il nostro rispetto e il nostro grazie.

                                                                                    "Da brevi racconti di memorie"
                                                              Di Gino Radice
 
Il Prof. Nerviani, presente all’incontro, è intervenuto con un ampio e articolato discorso intorno alla Scuola e ai maestri di ieri e di oggi. Ci ha onorate esprimendo il suo plauso per la serietà dimostrata non solo nel nostro lavoro, ma anche nella proposta di questo libro che con semplicità e linearità va a toccare i molteplici aspetti di un mestiere difficile e complesso perché rivolto alla formazione di cultura e coscienza civica nelle nuove generazioni. Al termine ha donato un libro di certo interesse e che noi abbiamo il piacere, ma anche il desiderio di proporre attraverso il nostro blog. Ha gentilmente aggiunto questa dedica: Ad Anna Bossi  con i complimenti per tutte le splendide cose che ha fatto insieme a tutti gli altri colleghi.
Grazie Prof. Enrico Nerviani e buona lettura a tutti!
 
 
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