sabato 8 aprile 2017

IO E LA SCUOLA… PRIMA ALLIEVA POI MAESTRA

“Ogni studente suona il suo strumento, non c’è niente da fare. La cosa difficile è conoscere bene i nostri musicisti e trovare l’armonia. Una buona classe non è un reggimento che marcia al passo, è un’orchestra che prova la stessa sinfonia”
Daniel Pennac

Ho “coltivato” la passione per la scuola fin dalle superiori, avendo scelto proprio per questo motivo il Liceo Socio-Psico-Pedagogico, seguito poi dalla laurea in Scienze della Formazione Primaria. In realtà però questa passione ha iniziato a svilupparsi in me già dall’infanzia. Ricordo quanto mi piacesse giocare con le amiche “alle maestre” e come osservavo mia mamma, insegnante di scuola primaria, prepararsi il lavoro.
Se penso al tipo di insegnanti che ho avuto penso subito alla “mia” scuola elementare, che per me ha rappresentato l’ingresso nel mondo scolastico, non avendo frequentato la scuola materna. In particolare penso ad una delle mie maestre. Ed è la stessa persona a cui ho sempre pensato, quando, durante le lezioni all’università o agli incontri di tirocinio, si parlava del/la bravo/a insegnante come una persona in grado di equilibrare l’attenzione all’aspetto didattico e alla vita extra-scolastica degli allievi e delle loro famiglie. Il suo insegnamento non riguardava solo nozioni di storia o geografia; era la persona a cui tutti, bambini o genitori, si riferivano per qualsiasi cosa, tanto che a volte io lo faccio ancora adesso, dopo oltre 20 anni.
Ricordo poi, facendo un salto in avanti di qualche anno, alcune figure di riferimento alle superiori, in particolare le professoresse di educazione fisica e di latino. Due stili molto diversi, ma entrambi significativi per la mia formazione, tanto quella personale quanto quella professionale.
E poi penso a casa, agli esempi, alla guida, ai consigli e ai confronti costanti con alcune care amiche maestre e, soprattutto, con mia mamma e mia cugina, maestre e colleghe in famiglia.
Ma dopo aver brevemente citato le figure di insegnante che più hanno influenzato il mio vivere a scuola, penso: che tipo insegnante penso di essere? Che tipo di insegnante voglio essere?
Ora, potrebbe sembrare toppo facile dire: cerco di essere un’insegnante che sappia essere competente per quanto riguarda il processo di insegnamento-apprendimento ma sempre attenta e disponibile riguardo a quello sociale e relazionale. In fondo però io credo proprio che questi due aspetti non si possano dividere, questo è ciò che io vivo come relazione educativa. Insegnare, secondo me, implica automaticamente l’instaurazione di una “relazione” per poter generare un apprendimento che sia efficace; altrimenti è una semplice trasmissione di nozioni per la quale basterebbero i libri e persone esperte negli argomenti da proporre. Ciò in cui mi impegno ogni giorno è cercare di organizzare e animare le situazioni di apprendimento che propongo ai miei bambini, progettando attività e percorsi accattivanti, che rispondano ai loro bisogni e alle loro esigenze e ne stimolino curiosità e interesse. Così spero di rende attivo il processo di apprendimento, coinvolgendo i bambini in ogni sua fase, perché diventi significativo e duraturo.
                                                                                                               Roberta Bergamo

1 commento:

anna bossi ha detto...

Gli esempi valgono e un maestro/una maestra devono essere positivamente significativi.