Tutto è partito da qui:
1.
L’asilo nido di Gabriele è filo Montessoriano:
non è certificato e riconosciuto ufficialmente in quanto solo una delle
educatrici/titolari ha fatto il corso ed è certificata.
2.
La lettura del libro “Un’altra scuola è
possibile?” di Sonia Colucelli – Il Leone Verde Edizioni
Grazie al libro della Colucelli – che tratta anche delle
scuole Montessoriane – ho scoperto la rete delle scuole Senza Zaino che a mio
avviso in parte sposano la pedagogia Montessoriana e che mi hanno colpito
subito in maniera positiva.
Il messaggio da parte di entrambi è chiaro:
·
Se diamo agli alunni la possibilità di imparare
facendo, collaborando con i compagni nella libertà dell’apprendimento, senza
paura di un errore che invece di un’opportunità diventa giudizio di valore,
ecco che svegliamo dentro di loro le risorse, le energie che certamente non
mancano, ma che attendono soltanto la scintilla giusta per accendersi
·
Bambini tranquilli concentrati a fare lavori di
tutti i tipi in un ambiente accogliente, con adulti presenti ma non
ingombranti, senza urla di educatrici o bambini, senza troppi stimoli decisi
dalle maestre ma pieno di risposte per qualsiasi domanda di qualunque bambino.
Un cortile dove, senza paura dei rischi e delle cadute, i bambini giocano e
corrono. Imparando a essere rispettati ed a rispettare. Un ambiente ricco di
proposte ma non competitivo che alimenta gli interessi dei bambini, dove lo
scambio tra bambini anche più grandi o più piccoli aiuti a imparare ma anche ad
alimentare l’interesse per gli altri, a chiedere ma anche ad aiutare i compagni
in difficoltà, a prendersi cura delle cose comuni
Dalla Montessori:
Ritengo fondamentale che per imparare non sia sufficiente
apprendere delle nozioni, ma sia necessario fare, collaborare, sperimentare e
poter sbagliare. Perché non dare a
Gabriele ed a tutte le nuove generazioni un sistema scolastico che li
sappia coinvolgere, che non li costringa nei banchi ad ascoltare un adulto o a
rigirarsi tar le mani fotocopie di presunte attività didattiche?
Imparare=esperienza
Quindi se imparare è innanzitutto un’esperienza è necessario che le
scuole siano impostate su situazioni di coinvolgimento concreto, attivo,
diretto. Il bambino per imparare ha
necessità di sintonizzarsi con il mondo reale, ha bisogno di afre e di scoprire
attraverso i suoi sensi.
L’errore: componente essenziale dell’apprendimento. Si
impara anche attraverso l’errore e la
ripetizione dell’errore, fino a raggiungere una vera e propria competenza. Lo studente deve essere messo nella condizione
di riconoscere i propri errori per poterli correggere.
Gli adulti devono sostenere senza invadere od opprimere ma
dando la possibilità ai bambini di esprimersi creando l’ambiente e le
connessioni metodologiche adeguate. Ovvero aiutare in maniera indiretta
piuttosto che indicargli continuamente quello che è giusto e quello che è
sbagliato, quello che deve fare e quello che non deve fare.
Punizioni, cattedre, voti e banchi rigidi: non previsti. Idea della Comunità di apprendimento che non
pretende di ottenere risultati da continue valutazioni che interrompono ed
interferiscono sul naturale processo di conoscenza.
In sintesi: il processo educativo deve mirare a promuovere
le potenzialità individuali offrendo al bambino stimoli e compiti
d’apprendimento adeguati ai suoi bisogni. Per far questo è necessario
realizzare un ambiente di apprendimento che ponga gli allievi nella condizione
di imparare ad imparare, fornendo loro gli strumenti per la costruzione della
propria autonomia.
1.
No Zaino ma una valigetta per i compiti a casa
·
Gesto concreto e simbolico
2.
Ambienti ben organizzati
·
Vari linguaggi utilizzati sia dagli studenti che
dagli insegnati. Del corpo e della mimica, musicale ed iconico, manipolativo ed
immaginifico, digitale e teatrale per l’insegnante e di conseguenza gli alunni
lavorano con carta e penna, ma anche con legno, cartone, creta, sabbia,
tessuti, colori, ferro, materiali da riciclare. Studiano sui libri e tuttavia
maneggiano provette, fanno esperimenti scientifici e nel contempo osservano la
natura.
3.
Approccio Globale al Curricolo (Global
Curriculum Approach), ovvero:
·
Autonomia degli alunni che genera competenza
·
Problem-solving che alimenta la costruzione del
sapere
·
Attenzione ai sensi ed al corpo che sviluppa la
persona intera
·
Diversificazione dell’insegnamento che ospita le
intelligenze, le potenzialità, le differenze
·
Co-progettazione che rende responsabili docenti
ed alunni
·
Cooperazione tra docenti che alimenta la
formazione continua e le comunità di pratiche
·
Diversi strumenti didattici che stimolano vari
stili e metodi di insegnamento
·
Attenzione agli spazi che rende autonomi gli
alunni
·
Partecipazione dei genitori che sostiene
l’impegno della scuola
·
Valutazione autentica che incoraggia i processi
TRE Valori su cui si basa il concetto della scuola senza
zaino:
RESPONSABILITA’: gli studenti si assumono la responsabilità
del oloro apprendimento. Costruttivismo: ovvero il sapere non si trasmette
passivamente ma è frutto dell’azione responsabile del soggetto
·
Incontro a inizio mattina in modo tale che
ognuno sa cosa fare
·
Voce bassa
·
Si scelgono le attività insieme
·
Ogni alunno ha il suo portfolio periodico:
ciascuno è consapevole dei propri obiettivi
·
Motivati a studiare: materie come occasione per
sviluppare competenze
·
Responsabilità a tenere in ordine armadi e
struttura didattica
·
Insegnate: organizza le classi in modo tale che
gli alunni siano autonomi
COMUNITA’: l’apprendimento avviene nella relazione
·
Nello stesso momento attività diverse
·
Assemblea dove si prendono decisioni importanti
(si sviluppa il senso di cittadinanza)
·
Comunità anche per gli insegnati. Ci si focalizza
sul miglioramento didattico delle classi e se un collega è in difficoltà viene
supportato adeguatamente attraverso lo scambio di pratiche ed idee per cui si
cresce professionalmente insieme.
·
Coinvolgimento dei genitori visti anche come
partecipi nell’attività didattica
OSPITALITA’: non c’è
la cattedra davanti ai banchi ma spazi divisi da mobilio.
·
Area dei tavoli per il lavoro di gruppo
·
Aree dedicate ai laboratori
·
Area attrezzata con due computer
·
LIM nell’agorà
·
Nelle classi materiali didattici, schede di
lavoro, cartellonistica e segnali
·
Ospitalità vuol dire non solo costruire ambienti
belli ed amichevoli, ma anche accogliere le diversità, far sì che ciascuno
diventi responsabile per i propri e gli altrui talenti, originalità, bisogni e
in generale per il percorso di crescita e di apprendimento.
·
Conoscere il mondo=renderlo a noi comprensibile,
trasformarlo, umanizzarlo per farlo diventare appunto ospitale
Altre piacevoli scoperte…..
Movimento della
Avanguardie Educative (un’iniziativa dell’Istituto nazionale di
documentazione, innovazione e ricerca educativa, il più antico ente del MIUR. www.indire.it/progetto/avanguardie-educative
·
Metodologie fondamentali: oggi scuola fatta per
insegnare e non apprendere. Se si vuole insegnare si crea un’aula con una
lavagna. Se la priorità è l’apprendimento dei ragazzi, bisognerà costruire un
laboratorio, perché si impara soprattutto con la pratica
·
Analizza le migliori innovazioni già in atto
nelle singole scuole, anche quelle che andavano a cambiare profondamente il
modello tradizionale basato sulla lezione frontale, per poi cercare di
diffonderle nell’intero sistema scolastico
·
12 pratiche per riformare la scuola:
o
Spazio flessibile
o
Aule laboratorio disciplinari
o
Bocciato con credito
o
Compattazione del calendario scolastico
o
Debate (argomentare e dibattere)
o
Didattica per scenari
o
Flipped calssroom
o
Ict Lab
o
Integrazione cdd/libri di testo
o
Spaced learning
o
Teal (tecnologie per l’apprendimento attivo)
o
Dentro/fuori la scuola
La valutazione
dialogica al posto del voto numerico
·
Voto numerico: funzione distruttiva in quanto
fonte di ansia per l’immagine di sé che contribuisce a creare, nel bene e nel
male. Spesso merce di scambio per la famiglia; elemento di competizione e non
sempre rappresenta autenticamente le capacità e le competenze dell’alunno.
·
Valutazione numerica inadatta a valutare la
complessità dei bambini e dei ragazzi
·
Alternativa: la valutazione dialogica. Di
cos’hanno bisogno i bambini: attenzione, cura, parole, visione. Ovvero dialogo.
Quindi: serie di comunicazioni scritte dettagliate, sia per le prove svolte
durante l’anno che in generale il percorso di apprendimento.
·
Gli insegnanti si rivolgono agli alunni per
quello che sono, persone in crescita, con momenti positivi e di crisi.
Analizzare quanto svolto correttamente e ciò su cui è necessario ancora
concentrare l’attenzione e offrire infine una serie di indicazioni per
migliorare il metodo, affrontare le difficoltà, coltivare gli interessi
·
Errore: strumento e non un problema
Il vocabolario è stato compagno di generazioni di
studenti, ma oggi rischia di andare in pensione per via di internet. È un bene?
È vero, faccio molto prima a ricercare un lemma in rete: basta un click e arrivo subito al risultato. Dunque,
in questo senso, tanta fatica risparmiata per la nostra ricerca di cosa significa
"abaco" e da dove viene il termine "pagano". Ma è sicuro
che i vocabolari (in particolare i dizionari) fossero fatti solo per cercare il
significato delle parole? Certo, quello è il loro scopo, ma forse c'era
qualcosa di più, c'era il valore della ricerca e il piacere della scoperta:
muoversi fra le migliaia di parole in centinaia di pagine e, intanto, scorrere
altri nomi che suscitano la nostra immaginazione. Era un viaggio, un bel
viaggio nel mondo di quanto gli uomini hanno inventato per nominare gli oggetti
e le azioni. Mentre cerco "monade" mi imbatto in "monaco" o
"monarca", per un attimo mi soffermo a pensare e poi proseguo, e,
quando sono arrivato alla definizione che cercavo, ho compiuto un brevissimo,
ma dignitosissimo percorso di crescita.
Niente
di tutto questo sul web: si arriva subito alla parola e stop. Forse i processi
cognitivi stanno cambiando e la conoscenza, nel futuro, sarà fatta solo così:
per collegamenti orizzontali che non hanno bisogno di
approfondimenti, ma solo di capacità mnemonica di trattenere a mente gli
indirizzi dei piani del sapere. In ogni caso questa memoria non sarà più nel
cervello delle persone, ma negli hard-disk delle macchine. Così è disponibile sempre, in teoria, ma è difficile che
venga riesumata. E il valore dell'itinerario cognitivo è stravolto. O
scomparso.
Non
mi nascondo dietro un dito: la rete è imbattibile per sapere al volo che tempo
farà in Patagonia meridionale fra mezz'ora. Ma fa perdere quel tempo che pensavi di guadagnare,
e può essere diseducativa, per conoscere la poetica di Jacques Prévert o le
ragioni del fascismo. Ed è piùfaticosa e, in definitiva, se cerchi autorevolezza e completezza, quasi più lenta della
ricerca sui libri. Ecco perché qualcuno ha già affermato che internet non ci
rende affatto più colti o più intelligenti, ma, probabilmente, solo e soltanto
più stupidi. È un
assaggio rapido e distratto di molti saperi organizzati su piani
orizzontali, senza alcun approfondimento verticale. Al suo
cospetto, il libro suscita un pensiero molto più profondo e creativo (anche quando fosse
digitale).
E
non è che questo porti i vantaggi che ci si aspettava, neanche a scuola. Uno
studio Ocse (2014) metteva in luce quello che già potevamo sospettare: l'uso
delle tecnologie non favorisce la didattica né l'apprendimento.
Dove si usa internet durante le lezioni i risultati sono addirittura deludenti
rispetto a dove non si usa. Insomma i tablet per uso didattico sono, in buona
sostanza, armi didistrazione di massa e, mentre un libro lo sanno
usare tutti, un pc magari ancora no. Qualche volta è una fortuna.
Maria Giovanna Grandi
1 commento:
Scuola Montessori al top ovunque meno che in Italia ...
Io credo che ci sia molto da prendere dai suggerimenti che questo modello offre. Non sono per scelte rigide e strascichi, ma il positivo va sempre colto.
Sono contenta di leggere i pensieri di genitori davvero motivati all'educazione dei propri figli.
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