lunedì 31 marzo 2014

Sono cambiate molte cose: incontro nazionale


INCONTRO NAZIONALE

12, 13 aprile 2014 – Verona

 

Sono cambiate molte cose. Donne e uomini reinventano il presente educativo

 

Le cose stanno cambiando rapidamente nelle nostre vite, a scuola, nelle famiglie, negli ambienti formativi, in università, nei servizi, nelle relazioni tra donne e uomini, tra grandi e piccole/i.

C’è disorientamento. Ci muoviamo tra rovine di alcune buone tradizioni boicottate da leggi e indirizzi decisi dall’alto e spinte a valutare competenze e performance, a inclinare gli assetti relazionali sull’asse della meritocrazia, della tecnocrazia. Nel contempo donne e uomini in movimento agiscono nel quotidiano, sperimentano, pensano, scrivono, lottano, modificano contesti e linguaggi, a partire dal desiderio che le cose funzionino con vitalità e con un senso buono.

In un tempo che ha creato rotture e discontinuità nell’ecosistema, nel lavoro, nei saperi e nella socialità, vogliamo dunque interrogare e rigenerare il presente educativo, riallargare l’orizzonte e le visioni, confrontarci su possibilità, costruire inedite alleanze. Perché a uscirne vincente sia la realtà dei legami, di uno sguardo amorevole sul mondo e di un senso rinnovato e potenziato della convivenza umana. Possiamo già contare su pratiche ed elaborazioni inventive femminili, di politica e di pensiero, come guadagno per tutti.

L’esigenza è quella di comprendere che cosa è in gioco oggi, rifare il punto delle esperienze e dei risultati maturati da donne e uomini nelle scuole, nelle università, nei servizi –istituzioni a rischio di delegittimazione– nei territori, nelle “altre scuole”, luoghi in cui si costruiscono saperi in altro modo: libere università, redazioni, libere aggregazioni, sperimentazioni economiche, artistiche e sociali.

Ci muove a questo invito la fiducia nelle relazioni, nella capacità di dare lingua all’esperienza, di abbattere steccati e condividere sempre più ciò che ci sta a cuore.


Promuovono l’incontro:

 

Alessio Miceli (Maschile Plurale), Clara Bianchi e Maria Cristina Mecenero (Maestre in ricerca e in movimento), Vita Cosentino (rivista Via Dogana), Anna Maria Piussi (Università di Verona), Marina Santini (Autoriforma della scuola), Sara Gandini (Libreria delle donne di Milano), Salvatore Guida (Stripes), Maria Piacente (Pedagogika), Antonia De Vita (Università di Verona), Antonietta Lelario (Le città vicine) Gian Piero Bernard (La Merlettaia)


Programma:


Sabato 12 aprile ore 9,30-13,00
1. Un mondo trasformato dalla libertà femminile 
(pratiche e linguaggi, programmi e testi scolastici, conoscenze e sapienze, differenza, genere e parità)
Introduzione: Anna Maria Piussi, Maria Cristina Mecenero
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Sabato 12 aprile ore 15,00-19,00
2. Nuove geografie relazionali di donne e uomini in educazione
(madri e padri, bambine e bambini oltre gli stereotipi, trasformazioni del maschile, generazioni in cambiamento)
Introduzione: Sara Gandini, Alessio Miceli
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Domenica 13 aprile ore 9,30-13,00
3. Contesti e pratiche che generano saperi e nuove visioni
(Economie diverse, Pratiche di consapevolezza, Teatro Valle, Le Città Vicine, Pedagogika, Una Città)
Introduzione: Antonia De Vita, Maria Piacente
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Ogni traiettoria sarà introdotta da due brevi interventi. Proponiamo di confrontarci in uno scambio vivo, in presenza, con narrazioni e riflessioni, anche con diversi linguaggi.

  

Gli incontri si terranno presso l’Università degli Studi di Verona – Aula T.1, Viale dell’Università, 4
La partecipazione è libera e gratuita. Per ragioni organizzative è richiesta l’iscrizione entro il 05 aprile 2014.


Per iscrizioni e informazioni scrivere a:

Valentina Festovalentina.festo@gmail.com

o visita il blog: http://cesdef.wordpress.com/

 

sabato 29 marzo 2014

Spazio per scrivere ... ancora ...: CONTRIBUTO N°7

Prof!!! Sono strafelice di pubblicare il tuo contributo, sono stata una tua alunna diplomatasi nel 1994.
Un abbraccio, Francesca.
 
 
Care maestre, cari maestri (che avete gettato il cuore oltre l'ostacolo, anzi oltre lo sbaraglio) nel leggervi mi sono commossa e divertita, soprattutto mi sono rivista.

Io credo proprio di essere l'ultima maestra che ha condotto formalmente le esercitazioni didattiche all'Istituto Magistrale di Novara sia nei suoi corsi tradizionali che in quelli sperimentali. Ho cercato tutte le strade perché la didattica apparisse ai miei giovani allievi come una vera e propria teoria della cultura con radici nella riflessione filosofica e nelle competenze psico- pedagogiche, cercando di dimostrare nel contempo i processi didattici concreti e vivi, sempre in divenire, in quei meravigliosi laboratori che sono state per noi le scuole cittadine, materne ed elementari.

Personalmente ho iniziato la mia attività scolastica a Lumellogno con una classe numerosissima e con alcuni casi problematici alla fine degli anni Sessanta e lì ho cercato di elaborare al meglio gli stimoli che avevo ricevuto dalla frequentazione dell' M.C.E., dall'Università e dallo studio della Montessori che mi aveva molto incuriosito. In quegli anni capitava spesso a Lumellogno un maestro che io  non conoscevo e che insegnava alla Tommaseo del Villaggio Dalmazia. Si chiamava Antonio Bricco. Questo maestro aveva osservato il mio modo di fare scuola e di condurre il gruppo. Dopo qualche tempo decise di contattarmi per mettermi a parte di un suo progetto assolutamente sperimentale e innovativo di "Tempo pieno" al Villaggio, per cui servivano cinque insegnanti da affiancare ai cinque titolari già presenti.

Il Villaggio era un luogo affascinante e difficile, erano presenti tutti i disagi e le tensioni che le prime famiglie di profughi istriani e dalmati avevano portato con sé, cariche com'erano di paure, dolore, nostalgie e speranze. A scuola i bambini apparivano chiusi, sempre un po' tristi o ribelli. Bricco aveva deciso di ribaltare la situazione a partire dalla scuola. E davvero così prese forma un'esperienza educativa speciale, privilegiata.

Non voglio dilungarmi perché per illustrarla seriamente nei metodi e nei contenuti ci vorrebbe un piccolo trattato relativo solo ai primi cinque anni! Riporterò solo un commento del professor Accomazzi, noto matematico e astronomo novarese: "Questa scuola è un fiore all'occhiello per l'intera regione, peccato che sia un modello poco imitabile perché per farla ci vogliono fondi, competenze forti messe in comune e una dilatazione assoluta degli orari di scuola." Vero. Quante serate indimenticabili, protratte sino a tardi, a studiare il cielo stellato con i bambini e i loro genitori grazie al professor Accomazzi e al suo telescopio!  E non poche le serate al pianterreno di Casa Bossi da noi stessi risistemato per gli incontri culturali e didattici del nostro Centro Rousseau attivato da Bricco. E poi le "settimane bianche" di scuola sulla neve o quelle "verdi "durante la bella stagione nelle colonie comunali della Val Vigezzo, alternando le ore di lezione e di studio allo sport. Tutta la scuola in trasferta, compresi un po' di genitori. Tutti in autogestione. E poi la scuola sempre aperta alle visite e alle collaborazioni (dalle classi del nostro Liceo Artistico ai docenti stranieri) e aperta anche a tutte le problematiche del quartiere. Riporto un altro giudizio, del Sig. Elio, d'origine greca: "Io ho un'infinita gratitudine per questa scuola, perché ha mobilitato tutto il quartiere, tutti i residenti. Adesso c'è tanta vita, più socialità, idee nuove. Grazie a voi ho riscoperto tanti canti e poesie della mia terra."

Bene, ora tutto questo è scomparso. Fa parte del passato e per me è un po' doloroso.

Anche l'Istituto Magistrale come tale non esiste più. La Tommaseo come scuola elementare ha chiuso i battenti. Le famiglie dei rifugiati dalmati sono ormai modificate o trasferite. Sui campanelli delle case appaiono cognomi nuovi. Conservo per fortuna una carissima amicizia con le mie splendide colleghe, Grazia Di Filippo (che è andata poi ad insegnare alle Medie del Morandi e oggi, in pensione,  alfabetizza le donne straniere), Lina Cominone (ottantotto anni!) ed Ernesta Collevasone (in pensione da pochissimo). Ma il maestro Bricco non ha retto all'ictus che l'ha colpito e non è più con noi. A lui, politico romantico, amico brillante, maestro di scuola, lasciatemi dedicare questa piccolissima "ode" che ho scritto il giorno in cui la Tommaseo, prima di chiudere i battenti, ha compiuto 50 anni.

  

Rose rosse per la scuola del Villaggio
 

Il padre gli disse un giorno che sarebbe andato a scuola

e gli avrebbe comprato un corredo di oggetti come a un

giovane sposo: zaino e penne, colori e matite e gomme,

testi di canzoni e di viaggi, pennelli e fotografie di città

e di deserti, grembiule professionale e scarpe alate ai piedi

che emettevano al suo breve passo, lampi di luce.

Avrebbe avuto maestri, li avrebbe lasciati, altri ne avrebbe

trovati e avrebbe scoperto nel tempo che gli allungava

le gambe e gli accorciava il grembiule, il sale che insaporiva

ogni calcolo esatto, perfetto; il cioccolato extra amaro

che sferzava la storia dell'uomo, il vino aromatico della

geografia della Terra, il pane da dividere con i compagni

di sentinella. Poi il bambino lasciò la scuola del Villaggio,

affrontò un'altra navigazione, sistemò nuovi gioielli

nel suo scrigno. Diventò grande e un giorno disse alla

sua bambina che sarebbe andata a scuola e le avrebbe

comprato un corredo di oggetti coma a una giovane sposa:

un grembiule con tasche capaci, comode scarpe nuove,

uno zaino fiorito, fogli a righe e fogli senza righe o quadretti

per costringere la sua intelligenza a orientarsi, e testi di scienze

e poesia. Là dove suo padre aveva rovesciato l'arca e scoperto

il codice semplice e altissimo - della scrittura e della lettura -

membro a sei anni della Società del Sapere, anche la bambina

imparò i segreti degli alfabeti e possedette i linguaggi per dire

chi era. Quanti altri bambini in processione sono passati

su per quelle scale. Quanti maestri, quante luci accese.

Quante Niccolò Tommaseo per la Regione, quante vigne

del Signore nel Paese. Ma qui è passato un maestro a tempo

pieno, Antonio Bricco si chiamava, ceranese, che aveva visto

questa scuola in sogno, l'aveva trasformata nella mente, le

aveva dato un cuore audace e una ragione, con vetrate trasparenti

al mondo esterno e un grande fuoco all'interno sempre vivo.

Come astronauti sulla luna, quanti bambini ci hanno piantato

una bandiera. Quanti maestri hanno coltivato rose, rose rosse

e custodito narrazioni. E oggi, al di là di una memoria che fa velo

ai processi già lontani di una dolce storia, poter dire:

Sì, signori, io c'ero! è la nostra gioia, la nostra umana vittoria.


Carissimi saluti

Maria Amalia Orsini
 

giovedì 27 marzo 2014

Da Massimo Gramellini


Riceviamo dal vicedirettore de La Stampa di Torino a cui abbiamo donato il nostro libro.
 

Gentile professoressa Migliorini,

vi ringrazio per il prezioso dono, che aumenta ulteriormente la mia stima e gratitudine verso la vostra missione. Un saluto cordiale a tutte le Maestre allo Sbaraglio!

Massimo Gramellini  
 

martedì 25 marzo 2014

Spazio per scrivere ... ancora ...: CONTRIBUTO N°6

Un nuovo contributo da Alessandra che ringraziamo.


CAMBIO SCUOLA=CAMBIO VITA ?

Per anni ho insegnato nella scuola del paese in cui abito. Salterellando tra tempi scuola diversi, affiancata da colleghe di varia età e accompagnando nella crescita tutti quegli adolescenti già troppo adulti che per strada ritrovo ora con stupore (possibile siano cresciuti già così tanto?!ma quanti anni sono passati??!)
Gli ultimi tempi sono stati difficili: gli insegnanti sempre meno, tante difficoltà e problemi organizzativi.
Mi guardavo intorno un po’ a disagio, per la prima volta pensavo di essere cambiata, e forse quello non era più il lavoro adatto a me.
Qualcuno intorno a me parlava di “ sindrome da burnout  istituzionale”;  era diventato difficile iniziare l’anno, cercavo di immaginarmi sotto una campana di vetro trasparente e di farmi scivolare addosso i problemi che tutti i giorni ci trovavamo ad affrontare le mie colleghe ed io. Tutte scontente. Tutte sopraffatte. Purtroppo lo stratagemma “campana” durava solo fino all’ inizio di novembre  …. quando arrivava puntualmente l’ultima notizia spiazzante, l’ultimo cambio di rotta e programma, le ultime novità mai positive …. come enormi nuvoloni neri sempre pronti a scaricarci addosso acqua e fulmini e tuoni ….
Così … decido! Ci provo! Me ne voglio andare! Voglio toccare con mano se è vero che “in tutte le scuole ormai l’aria che tira è la stessa”, "i tagli sono tagli dappertutto”, "non è sempre oro quello che luccica”… e via di seguito.
Certo, quando lo raccontavo a non-colleghe mi sentivo rispondere “Come, vai via dal paese in cui abiti?”, una scomodità!!
E poi … la notizia del trasferimento è arrivata pochi istanti prima che Anna mi portasse in classe il nostro libro! Un buon segno! La condivisione dei testi scritti mi aveva aiutata a sentirmi meno isolata, eravamo un gruppo, dopotutto!
E ancora, leggendo nel libro le testimonianze di colleghi che lavorano in altre scuole, con problemi anche più pressanti dei nostri, traspare una certa soddisfazione, un riconoscimento, una leggerezza pur nelle difficoltà dell’insegnamento quotidiano …  la maggior parte dei nostri contributi invece (tranne quelli dei ricordi) erano ben diversi!
Ebbene. Sono stata fortunata. Per tanti motivi.

Il clima qui è sereno, le novità ci sono ed anche i problemi, ma il modo di risolverli ci trova coinvolte e le decisioni prese, anche se difficili, le abbiamo scelte noi salvaguardando i bambini, prima di tutto.

Ci è data fiducia,e rispetto.
Ho ritrovato la voglia di insegnare.
E allora le mie domande rivolte alle colleghe che hanno o no vissuto la mia esperienza sono:

come può esserci tanta differenza tra due scuole che distano solo pochi chilometri?
Può essere così determinante la presenza di poche persone? La democrazia nella scuola c’è ancora? C’è mai stata veramente?

                                                                                           m.Alessandra
 

venerdì 21 marzo 2014

Maestre... in trasferta: Matera


Abbiamo deciso che i diritti del libro andranno ai progetti di integrazione scolastica dell’Associazione Tolbà di Matera e allora … perché non organizzare un evento proprio lì?

Si può fare e si fa in collaborazione con Tolbà e la Facoltà di Scienze della Formazione Primaria. Si individuano le date delle vacanze di carnevale come utili per raggiungere Matera che non è proprio ben servita dai mezzi pubblici, quindi ci organizziamo: in aereo da Malpensa fino a Bari poi navetta per Matera e viceversa per il ritorno.

Bene: chi viene? Purtroppo qualcuno non ha i giorni di pausa a carnevale e questo spiace molto, ma occorre decidere al più presto poiché i posti sull’aereo non sono illimitati: abbiamo due giorni per dare conferma. Eccoci, siamo tredici più la figlia di una collega … povera ragazzina, sola con tredici di noi!!!

Alessandra maestra + Alessandra giovane, Anna , Antonella, Franca, Francesca, Gabriella, Giovanna D, Giovanna J, Gisella, Monica, Natalina, Rita e Rosangela. Rappresentiamo età ed epoche differenti.

Sabato 1 marzo: arriviamo tutte a Malpensa per le 6 del mattino sotto il diluvio, il cielo è ancora buio e resterà così per il resto della giornata. Noi siamo poco riposate vista la levataccia, ma dentro ci scorre una vitalità pura e ci illumina un sole che sentiamo vicinissimo. Neppure la lunga coda per arrivare al controllo bagagli ci scoraggia e siamo belle e pimpanti!

E’ solo all’avvicinarsi dei controlli che Anna realizza di non avere con sé, inspiegabilmente (!?!) la carta d’identità, ma solo la carta d’imbarco … Anche Antonella e figlia hanno dimenticato qualcosa: la carta d’imbarco, ma è meno grave poiché è possibile stamparla anche in aeroporto, tuttavia … cosa sta succedendo? Attimi interminabili di preoccupazione generalizzata uniti a crampi addominali, accompagnano pensieri scomposti: che accadrà? che dirò? mi bloccheranno? ci sarà una possibilità per partire ugualmente? Anna è preoccupatissima, ma calma e spera … alla fine ce la farà! Un primo piccolo miracolo è avvenuto.

Maestre allo sbaraglio doc!

L’aereo si stacca dal suolo lombardo per raggiungere la Puglia. Il buonumore si fa sentire e ancora di più  quando lo Stewart annuncia che a Bari splende il sole!
 


Qualche altro incidente a ricordarci l’esattezza della definizione “maestre allo sbaraglio”: una caduta, una valigia scambiata (da qualcuno più sbaragliato di noi) e poi miracolosamente ritrovata nell’area ritiro bagagli stivati, un cartello “MAESTRE PER MATERA” ad attenderci, una guida sconsiderata dell’autista della navetta … ma alla fine Matera ci appare e un antico monastero ci accoglie!
Depositate le valigie iniziamo a prendere i contatti con Graziella Cormio di Tolbà alla quale si deve l’organizzazione dell’evento, la docente Argenzia Bonora che ha preparato gli interventi e le attività in università e Raffaele che ci guiderà alla scoperta del territorio.
Tutto procede secondo programma e quindi con manifesta soddisfazione.
Nel pomeriggio ci attende una sorprendente visita alla Cripta del peccato originale; la mattina di domenica un grande giro alla scoperta dei Sassi e di quella che è risultata essere una delle città finaliste per la nomina a Capitale Europea della Cultura. Noi restiamo ammaliate dalle suggestioni che Matera riesce ad offrire e ci auguriamo con tutto il cuore possa davvero risultare “lei” la vincitrice di questa selezione.
 
 
 

Nell’aria aleggia la presenza di Pier Paolo Pasolini e i ciak del suo “Il Vangelo secondo Matteo”, non l’unico film qui girato, ma che si aggiunge a molti e vogliamo ricordare almeno “Gli anni ruggenti”, “Cristo si è fermato a Eboli” e “The Passion of the Christ” di Mel Gibson, Persino alle bancarelle troviamo le foto scattate durante le riprese insieme alle guide turistiche alle calamite e ai fischietti cuccù.
Nel pomeriggio visitiamo la Cisterna, importante quanto quella di Istanbul ammirata un paio di anni fa da Anna e da Natalina.
Matera stupisce ed emoziona: siamo felici di portare qui, tra queste pietre e in questa storia importante, il nostro libro. Un onore. Il grande potenziale artistico, paesaggistico e culturale rappresentano certamente un volano per questa Terra e dovrebbero, questi requisiti, essere molto significativi anche per tutto il resto del nostro Paese, il nostro Bel Paese!
Naturalmente, benché allo sbaraglio, ci nutriamo anche noi e qui … divinamente bene! I pasti e le cene sono allegri e spensierati così che pure la “nostra bimba” viene ben assimilata dal contesto e si diverte, ma non solo: si renderà assai utile sia come fotoreporter impeccabile sia come lettrice di testi durante il laboratorio in Università.
 
                                        Preparazione degli interventi con Argenzia

E infatti arriva il 3 marzo: ora tutte al lavoro! La giornata è ben strutturata ed è produttiva. Le studentesse lavorano egregiamente fornendo materiali autobiografici assai interessanti come si potrà qui di seguito leggere sul nostro blog. Al momento ne è arrivato uno, ma sappiamo che invieranno tutto il lavoro realizzato. Per noi è una gioia leggere quanto queste studentesse, preparatissime, hanno sottolineato ed approfondito ed anche una soddisfazione aver contribuito alla riflessione sulla Scuola.
 
 



Martedì 4 inizia il viaggio alla rovescia: ci spiace lasciare Matera e ci spiace per chi non ha potuto partecipare a questa importante esperienza, ma siamo appagate per il “ponte” lanciato da Nord a Sud … o da Sud a Nord … è uguale: un “ponte” utile al dibattito sulla Scuola che noi ci impegneremo ad ampliare il più possibile.

sabato 8 marzo 2014

Spazio per scrivere ... ancora ...: CONTRIBUTO N°5

Ecco un contributo davvero speciale scritto da una studentessa conosciuta nella nostra, fantastica, trasferta a Matera.
Grazie Francesca.

Care Maestre allo sbaraglio, come promesso vi invio il mio elaborato scritto durante l'attività del 3 Marzo. Ho voluto dirvi però qualcosa in più.
Ho consultato il vostro blog ed è veramente molto bello. Vi ringrazio ancora per tutto quello che fate e per come lo fate.
Buon lavoro!
A presto.

Una futura maestra, Francesca Galasso.



Giornata (ri)carica di emozioni.

Mi trovo nell’aula più affascinante della sede panoramica nel pieno centro di Matera della nostra università. L’aula è gremita: tanti sono i volti nuovi, tante le voci mai udite. Si accende la mia curiosità: voglio scoprire cosa rappresentano quelle immagini che scorrono sullo sfondo, chi sono queste “Maestre allo sbaraglio”!

Inizia un dialogo e neanche oggi si usa la cattedra: sarebbe un controsenso! Maestre e future maestre si mescolano (solo un futuro maestro!), sedute le une accanto alle altre e non c’è bisogno di divisioni! Siamo tutti bisognosi di parlare, parlare della Scuola: di noi!

Inizia così il viaggio alla scoperta di un libro che ci svela la Scuola viva.

Ascolto i racconti tratti dal capitolo Anche i maestri sono stati alunni e la mia mente comincia a vagare: indosso il grembiule profumato, metto la cartella di Barbie e corro in classe … Un’immagine mi appare nitida e vuole tuffarsi su di un foglio bianco per diventare racconto.

L’invito a scrivere sui nostri ricordi di scuola è come un invito a nozze in questo momento ed ecco che, da futura maestra che è stata alunna, scrivo … L’immagine si tuffa!
 
Una maestra colorata

L’immagine di una madre che si strappa gli occhi per il figlio mi appare ripensando alla mia esperienza elementare.

Cara maestra Rosa, il tuo nome colorato mi ha ingannato!

Le ore con lei erano spesso piene di racconti che avevano come protagonista la morte. La maestra “colorata” mi ha fatto conoscere ben presto i colori della sofferenza, della tristezza, delle tragedie.

Sarà forse per questo che un giorno, essendomi innamorata della sua eleganza e del suo foulard color rosa brillante, viola e pesca, le dissi:

<<Maestra, quando muori mi lasci questo foulard?>>

Mi ha segnato profondamente quel  racconto della madre che fa di tutto per suo figlio, anche rinunciare alla sua vita, e ha inconsciamente anticipato ciò che da lì a qualche anno mi avrebbe riservato la vita: prendermi cura incondizionatamente di mia madre, amarla come fa una madre.

Il mio nome non è un colore, tuttavia ora da futura maestra voglio presentarmi ai miei alunni COLORATA! Voglio dar loro occhiali magici per vedere il mondo con tutti i suoi colori e tutte le sfumature.

Scorrevano lacrime durante quelle ore tra i banchi immaginando le scene strazianti. I miei occhi da maestra vogliono vedere occhi luminosi, non bagnati; le mie orecchie da maestra vogliono sentire risate rumorose, non singhiozzi!

Cara maestra Rosa, il tuo nome mi aiuterà!

 

L’ho scritto di getto: le parole si tuffano veramente sul foglio. È sorprendente come la voglia di raccontare nasca improvvisamente!

Le emozioni si placano e poi si attivano ascoltando, vanno a mille leggendo, condividendo un ricordo, un’emozione ancora viva.

L’emozione si riaccende nel pomeriggio: l’incontro prosegue, lo scambio continua, il dialogo non si interrompe mai!

Torno a casa entusiasta con il libro in mano! Il bisogno di raccontare è presente e l’entusiasmo arriva lontano fino ai miei cari!

Il dialogo continua!

Grazie Maestre allo sbaraglio, mi avete ricaricato!

 

                                                                                                        Francesca Galasso
 

giovedì 6 marzo 2014

Spazio per scrivere ... ancora ...: CONTRIBUTO N°4

Pubblichiamo un nuovo contributo.

A 92 anni si è spento Mario Lodi,
ma è vivo in ognuno di noi, che siamo nati in un paese sbagliato ed abbiamo portato ciò che accadeva al VHO nelle nostre classi perchè ci fosse speranza... e con i suoi occhi guardiamo la scuola di oggi.
Mario Lodi è stato un maestro ed un intellettuale tra quelli che più hanno cambiato la scuola italiana degli anni '60. Nei suoi libri ha sempre parlato solo di quel che faceva con i suoi alunni.
Costretto, rivelava le sue fonti: Piaget, Freinet, Vygotskij, Ciari, Rodari. Ma la sua vera ispirazione era la Costituzione.

                                                                                                      Donata Pasteris