Grazie Francesca.
Care Maestre allo sbaraglio, come promesso vi invio il mio elaborato scritto durante l'attività del 3 Marzo. Ho voluto dirvi però qualcosa in più.
Ho consultato il vostro blog ed è veramente molto bello. Vi ringrazio ancora per tutto quello che fate e per come lo fate.
Buon lavoro!
A presto.
Una futura maestra, Francesca Galasso.
Giornata (ri)carica di emozioni.
Mi trovo nell’aula più affascinante della sede panoramica nel pieno centro di Matera della nostra università. L’aula è gremita: tanti sono i volti nuovi, tante le voci mai udite. Si accende la mia curiosità: voglio scoprire cosa rappresentano quelle immagini che scorrono sullo sfondo, chi sono queste “Maestre allo sbaraglio”!
Inizia un dialogo e neanche oggi si usa la cattedra: sarebbe
un controsenso! Maestre e future maestre si mescolano (solo un futuro
maestro!), sedute le une accanto alle altre e non c’è bisogno di divisioni!
Siamo tutti bisognosi di parlare, parlare della Scuola: di noi!
Inizia così il viaggio alla scoperta di un libro che ci
svela la Scuola
viva.
Ascolto i racconti tratti dal capitolo Anche i maestri sono stati alunni e la mia mente comincia a vagare:
indosso il grembiule profumato, metto la cartella di Barbie e corro in classe …
Un’immagine mi appare nitida e vuole tuffarsi su di un foglio bianco per
diventare racconto.
L’invito a scrivere sui nostri ricordi di scuola è come un
invito a nozze in questo momento ed ecco che, da futura maestra che è stata
alunna, scrivo … L’immagine si tuffa!
Una maestra colorata
L’immagine di una madre che si strappa gli occhi per il
figlio mi appare ripensando alla mia esperienza elementare.
Cara maestra Rosa, il tuo nome colorato mi ha ingannato!
Le ore con lei erano spesso piene di racconti che avevano
come protagonista la morte. La maestra “colorata” mi ha fatto conoscere ben
presto i colori della sofferenza, della tristezza, delle tragedie.
Sarà forse per questo che un giorno, essendomi innamorata
della sua eleganza e del suo foulard color rosa brillante, viola e pesca, le
dissi:
<<Maestra, quando muori mi lasci questo
foulard?>>
Mi ha segnato profondamente quel racconto della madre che fa di tutto per suo
figlio, anche rinunciare alla sua vita, e ha inconsciamente anticipato ciò che
da lì a qualche anno mi avrebbe riservato la vita: prendermi cura
incondizionatamente di mia madre, amarla come fa una madre.
Il mio nome non è un colore, tuttavia ora da futura maestra
voglio presentarmi ai miei alunni COLORATA! Voglio dar loro occhiali magici per
vedere il mondo con tutti i suoi colori e tutte le sfumature.
Scorrevano lacrime durante quelle ore tra i banchi
immaginando le scene strazianti. I miei occhi da maestra vogliono vedere occhi
luminosi, non bagnati; le mie orecchie da maestra vogliono sentire risate
rumorose, non singhiozzi!
Cara maestra Rosa, il tuo nome mi aiuterà!
L’ho scritto di getto: le parole si tuffano veramente sul
foglio. È sorprendente come la voglia di raccontare nasca improvvisamente!
Le emozioni si placano e poi si attivano ascoltando, vanno a
mille leggendo, condividendo un ricordo, un’emozione ancora viva.
L’emozione si riaccende nel pomeriggio: l’incontro prosegue,
lo scambio continua, il dialogo non si interrompe mai!
Torno a casa entusiasta con il libro in mano! Il bisogno di
raccontare è presente e l’entusiasmo arriva lontano fino ai miei cari!
Il dialogo continua!
Grazie Maestre allo
sbaraglio, mi avete ricaricato!
Francesca Galasso
2 commenti:
w i colori per sconfiggere la noia e la banalità che fanno male alla scuola
Brava Francesca!
Hai ragione: c'è una scuola VIVA ... e vuole vivere nonostante tutto!
Sarei curiosa e grata di poter leggere altri ricordi di questa giornata a Matera.
anna
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