martedì 25 marzo 2014

Spazio per scrivere ... ancora ...: CONTRIBUTO N°6

Un nuovo contributo da Alessandra che ringraziamo.


CAMBIO SCUOLA=CAMBIO VITA ?

Per anni ho insegnato nella scuola del paese in cui abito. Salterellando tra tempi scuola diversi, affiancata da colleghe di varia età e accompagnando nella crescita tutti quegli adolescenti già troppo adulti che per strada ritrovo ora con stupore (possibile siano cresciuti già così tanto?!ma quanti anni sono passati??!)
Gli ultimi tempi sono stati difficili: gli insegnanti sempre meno, tante difficoltà e problemi organizzativi.
Mi guardavo intorno un po’ a disagio, per la prima volta pensavo di essere cambiata, e forse quello non era più il lavoro adatto a me.
Qualcuno intorno a me parlava di “ sindrome da burnout  istituzionale”;  era diventato difficile iniziare l’anno, cercavo di immaginarmi sotto una campana di vetro trasparente e di farmi scivolare addosso i problemi che tutti i giorni ci trovavamo ad affrontare le mie colleghe ed io. Tutte scontente. Tutte sopraffatte. Purtroppo lo stratagemma “campana” durava solo fino all’ inizio di novembre  …. quando arrivava puntualmente l’ultima notizia spiazzante, l’ultimo cambio di rotta e programma, le ultime novità mai positive …. come enormi nuvoloni neri sempre pronti a scaricarci addosso acqua e fulmini e tuoni ….
Così … decido! Ci provo! Me ne voglio andare! Voglio toccare con mano se è vero che “in tutte le scuole ormai l’aria che tira è la stessa”, "i tagli sono tagli dappertutto”, "non è sempre oro quello che luccica”… e via di seguito.
Certo, quando lo raccontavo a non-colleghe mi sentivo rispondere “Come, vai via dal paese in cui abiti?”, una scomodità!!
E poi … la notizia del trasferimento è arrivata pochi istanti prima che Anna mi portasse in classe il nostro libro! Un buon segno! La condivisione dei testi scritti mi aveva aiutata a sentirmi meno isolata, eravamo un gruppo, dopotutto!
E ancora, leggendo nel libro le testimonianze di colleghi che lavorano in altre scuole, con problemi anche più pressanti dei nostri, traspare una certa soddisfazione, un riconoscimento, una leggerezza pur nelle difficoltà dell’insegnamento quotidiano …  la maggior parte dei nostri contributi invece (tranne quelli dei ricordi) erano ben diversi!
Ebbene. Sono stata fortunata. Per tanti motivi.

Il clima qui è sereno, le novità ci sono ed anche i problemi, ma il modo di risolverli ci trova coinvolte e le decisioni prese, anche se difficili, le abbiamo scelte noi salvaguardando i bambini, prima di tutto.

Ci è data fiducia,e rispetto.
Ho ritrovato la voglia di insegnare.
E allora le mie domande rivolte alle colleghe che hanno o no vissuto la mia esperienza sono:

come può esserci tanta differenza tra due scuole che distano solo pochi chilometri?
Può essere così determinante la presenza di poche persone? La democrazia nella scuola c’è ancora? C’è mai stata veramente?

                                                                                           m.Alessandra
 

3 commenti:

giovanna d'antonio ha detto...

Cara Alessandra, sì, purtroppo esistono tante differenze... Io penso che noi eravamo come una grande orchestra nella quale ognuna di noi portava il suo contributo. E il direttore d'orchestra? Da lui dipendono la coralità e la condivisione e, quando queste vengono a mancare, può accadere che ognuno suoni per proprio conto o si limiti a studiare la propria parte o pensi,senza merito, di essere diventata il primo violino... Se poi il direttore d'orchestra mostra poca fiducia nei suoi musicisti, beh, allora il danno è fatto... e poi, ci vuole tempo per tornare davvero a suonare insieme!

Maestre allo sbaraglio ha detto...

Questo contributo pone nuovamente l'accento sulle relazioni che stanno alla base dell'ambiente scolastico dove appunto si muovono tante persone: dai bambini agli adulti con diverse funzioni. Laddove la relazione è sana e democratica si superano le difficoltà, le più varie: dai fondi sempre più scarsi a quelle strettamente legate all'insegnamento. E insieme, confrontandosi e dibattendo, anche i conflitti possono diventare motivo di crescita e di miglioramento collettivo.Dove, al contrario, si schiera una gerarchia e ci si limita a parlare di sicurezza, si assiste solo a prevaricazioni,imposizioni spesso immotivate e indebolimento del senso di appartenenza: quest'ultimo fondamentale per rendere bello e importante un ambiente,soprattutto se formativo educativo e culturale.
maestra anna

gisella ha detto...

Differenze tra scuole vicine..... possono essere molte perchè, a parità di condizioni imposte, sono "altre" le persone, diversi il loro modo di dare un'interpretazione alle regole e i valori ai quali fare riferimento, i loro quotidiani rapporti interpersonali e i rapporti con la dirigenza.
E la democrazia? un tempo molto vivace .... ha ceduto lo spazio a un'organizzazione gerarchica
Ma è venuta anche a mancare una regola importante perchè la democrazia funzioni... la minoranza non si riconosce mai come tale.. quindi discussioni infinite, inconcludenti e improduttive che indeboliscono nei momenti decisionali

E' in crisi anche la rappresentatività.... chi rappresenta chi se non ci si confronta mai ?
E la comunicazione?
in un plesso elefante, come può essere quello del nostro paese, spesso l'unica forma di comunicazione è stato il tam tam..un po' arcaico e impreciso ..
e con tutta l'eco esistente nei corridoi...!