Eccolo.
Chissà se la ministra...
Perché quando in televisione si parla di scuola, rimango
sempre con l’amaro in bocca, con la sensazione sconfortante che nessuno ne
conosca davvero la realtà?
Tante osservazioni, anche giuste... ma possibile che il
problema sia “il tempo pieno, realtà totale in Italia” (cit. da una domanda di Fazio alla ministra) e i compiti a casa?
Non è forse il contrario?
Non sono forse stati fatti tagli continui al tempo
pieno... o noi viviamo una realtà parallela?
Non sono forse altri
i problemi, già più volte ribaditi, anche in questo blog?
·
La perdita continua di risorse,
·
l’eliminazione delle compresenze, con la possibilità di
recupero di chi era in difficoltà e di
attività diverse e stimolanti,
·
la diminuzione
della conoscenza e dell’attenzione data a tutte le bambine e i bambini, che era
garantita dalle due insegnanti per classe e che via via scompare, sommersa da
frammentazioni orarie assurde per la scuola primaria,
·
la gestione aziendale
e sempre più autoritaria delle nostre scuole, con la perdita progressiva
del confronto, della ricerca, del dibattito,
·
le nuove tecnologie presentate come panacea per tutti i
mali, ma che sono solo uno strumento (e tale devono rimanere); strumento che tra l’altro diventa presto
inutile, visto che se si rompe la lampada della LIM, ci vuole un anno intero
per sostituirla... o che, se vogliamo usare il registro elettronico, dovremmo
anche avere i soldi per una connessione che funzioni,
·
la mancanza di stima nei confronti dei docenti derivata
spesso da cattiva informazione,
·
la delega delle famiglie che non possono (o non vogliono)
più farsi carico del quotidiano supporto ai bambini; anche nei compiti (perché
no?) che sì devono essere equilibrati, ma che hanno una loro funzione,
·
e forse ancora... il fatto che ai nostri bambini e
bambine non chiediamo più le cose difficili e l’impegno e la fatica, che non li
facciamo più crescere... o forse che li oberiamo di mille attività extrascolastiche
non sempre necessarie, privandoli di un tempo “libero” davvero,
·
magari anche il fatto che il nostro (bellissimo) lavoro,
sempre meno considerato socialmente, sempre più difficile e osteggiato e carico
di responsabilità, sia diventato un lavoro ben poco ambito (anche perché mal pagato)
e quindi sia talvolta scelto come ripiego....?
Potrei continuare, ma sento di diventare prolissa.
Sono solo domande, spunti di riflessione, che mi
piacerebbe si allargassero anche al di là del nostro mondo di maestre
sbaragliate.
Forse un libro come il nostro potrebbe aiutare a capire,
chissà se la ministra lo leggerà!
Laura Lupo
3 commenti:
Questo blog mi piace: è stato creato un movimento pedagogico di insegnanti che credono nel valore della scuola e operano con convinzione anche confrontandosi in questo spazio.
Grazie Maria.
Hi great reading your posst
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